Non è una novità, la piattaforma aveva avviato già a maggio un primo test in Canada, ma adesso anche l’Italia, insieme ad altri Paesi, sta sperimentando un Instagram senza like. Cosa vuol dire esattamente, e quali implicazioni potrebbe avere questo cambiamento, se dovesse essere confermato a seguito del test?

Chiariamo, innanzitutto, che il numero di like ricevuto da un post continuerà ad essere visibile all’autore del contenuto; gli utenti che lo visualizzano, invece, leggeranno semplicemente “piace a utente e altre persone”. Questo aggiornamento comporta un cambiamento sostanziale nella modalità di utilizzo di Instagram, come ben spiegano le parole di Tara Hopkins, Head of Public Policy della piattaforma per Europa, Medio Oriente e Africa:

«Vogliamo che sia un luogo dove tutti possano sentirsi liberi di esprimere se stessi. Ciò significa aiutare le persone a porre l’attenzione su foto e video condivisi e non su quanti like ricevono».

È evidente come l’intenzione sia quella di ridurre il confronto tra i profili e la ricerca forsennata dei numeri alti, nella convinzione che, senza conoscere quanti like hanno ottenuto gli altri, saremo portati a postare di più e contenuti di maggiore qualità, non necessariamente con la volontà di perseguire modelli irraggiungibili. Più autentici, dunque, e meno sottoposti a una sorta di pressione da giudizio e ai principi psicologici della riprova sociale. D’altro canto, ne risulterebbe una maggiore libertà di espressione: sarà arginata la tendenza ad adeguarsi a trend standardizzati sul web in favore di contenuti che parlano davvero di noi e del nostro modo di vedere il mondo.

In un’ottica aziendale, probabilmente dovranno essere rivalutate altre metriche, come ad esempio reach e visualizzazioni; e, trattandosi di dati non immediatamente visibili, ci si potrebbe attendere un coinvolgimento sempre maggiore di aziende specializzate, soprattutto per quelle valutazioni che riguardano attività di influencer marketing.

La dipendenza da like sembra supportata da alcuni studi che sono stati effettuati negli ultimi anni; i dati di Kaspersky rilevati due anni fa, ad esempio, riportavano che solo il 31% degli utenti intervistati non si preoccupava del numero di like ricevuto nel pubblicare un post.

Per chi si occupa di comunicazione sui social network e di influencer marketing, si aprono adesso molti quesiti, ad esempio:

  • Come potranno essere individuati i profili più influenti?
  • In un contesto in cui il pubblico non sarà più influenzato dal numero di like, i microinfluencer trarranno davvero beneficio?
  • Come si adegueranno i tool di analisi esterni?
  • Sarà necessario un cambiamento dell’algoritmo, che ad oggi tiene conto del numero di interazioni con i post?
  • Ci sarà un incremento del budget investito in adv sui singoli post, per cercare di spingere al massimo i propri contenuti?

Almeno un aspetto positivo è certo: avrà finalmente fine la compravendita di like! Parallelamente, se è vero che la qualità rappresenterà il cuore di una strategia social, affidarsi ad agenzie specializzate diventerà sempre più importante.

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