L’appuntamento con il Glossario del Marketing digitale di questa settimana è dedicato alla lettera O di organic search, e per sviluppare il tema abbiamo deciso di ospitare il contributo di Benedetto Motisi, esperto SEO noto a molti per il suo alias: SEOJEDI.

Benedetto Motisi

  • Un passato da content editor e da copywriter, fino alla “folgorazione sulla via della SEO”. Chi è Benedetto Motisi, alias SEO JEDI?

Una domanda stile ” Che fine ha fatto Carmen San Diego! Sono un semplice ragazzo che si occupa di SEO, dal momento in cui ha scoperto per lavoro questo tipo di attività. Vengo da un profilo squisitamente giornalistico, di gestione contenuti. Per poco tempo ho lavorato offline, poi ho capito che quell’ambito sta morendo in maniera lenta e atroce.

All’inizio ero con Radio Radicale, a fare la digitalizzazione di quelle che erano le loro registrazioni parlamentari, all’interno di quello che era l’embrione del sito di Radio Radicale.

Da li mi sono spostato nell’ambito di quello che oggi è definito Content Marketing, quindi gestione e moderazione dei contenuti con un occhio al ROI.

Il modello economico che sosteneva questa attività era il numero di visite al sito, e come si fa ad aumentarle? Canale search. All’epoca, negli anni intorno al 2008, il canale social era poco sviluppato, quindi si campava solo di SEO. In quel contesto ho avuto il mio primo approccio all’ottimizzazione sui motori di ricerca.

Mi sono appassionato alla SEO perché io sono una persona che ama analizzare ogni piccolo dettaglio nelle cose che compie. In quel contesto lavorativo si faceva tanta formazione interna in Html.it, ma approcciare brevemente attraverso gli strumenti che avevamo a disposizione ha innescato in me l’esigenza di approfondire. Quindi, dopo esperienze significative in altre agenzie, ho deciso di voler fare solo questo.

Ultimamente sto provando a differenziare la mia attività, non limitandomi ad operare come il classico consulente che ha il suo pacchetto clienti. Sto lavorando su alcuni progetti all’estero, in Svizzera particolarmente, e sto seguendo più da vicino vivereinforma, una startup attiva in ambito nutrizione.

  • Negli ultimi tempi molte aziende hanno deciso di lanciarsi in questo settore, proponendo consulenze SEO e millantando contatti privilegiati con Google per garantire un posizionamento in prima pagina. Ci sono dei consigli che tu e noi possiamo dare ai professionisti che decidono di investire in attività SEO?

Innanzitutto esiste già un documento redatto da Google, dal titolo: Hai bisogno di un SEO? Quindi è Google stessa a fornirti alcune linee guida su come scegliere un consulente. Le operazioni che si dovrebbero compiere sono:

  1. Cercare online cosa fa questa persona
  2. Se menziona il nome di una delle società con le quali ha collaborato cercala per capire il lavoro che è stato fatto, se esistono e ci sono lavori.
  3. Chiedere il tipo di attività che si andrà a svolgere, anche senza entrare nello specifico

Inoltre adesso, oltre a cercarli su Google è importante anche fare caso a come sono visibili sui social. Può essere utile anche informarsi all’interno dei gruppi di settore sulla bontà dei consulenti, perché se ci sono situazioni clamorose vengono fuori facilmente.

Bisogna comportarsi come in una classica situazione offline, chiedere ai nostri contatti diretti o meno di darci informazioni su un determinato professionista o azienda, anche perché queste società non si curano di manipolare le informazioni negative rintracciabili online sul loro conto.

Comunque di solito chi dice di poter garantire un posizionamento in prima pagina è da evitare, perché  ti fa capire che dall’altra parte c’è una truffa o un commerciale formato male.

Alla domanda << ti posiziono per Google in maniera garantita>> bisognerebbe rispondere: per cosa? Perché se la risposta è: << sarai primo per il nome della tua attività >> è molto facile ottenere un posizionamento garantito. Farsi cercare per il nome dell’attività non serve a nulla, perché gli utenti possono presentarsi senza cercare su Google.

Gli utenti ti cercano perché sono interessati a quello che fai ad esempio in una zona. Chi ti garantisce un posizionamento sul nome della tua attività svolge la funzione dell’elenco telefonico.

  • Tirando le somme, fare SEO è logica, passione, tecnica e anche buonsenso. Tu hai un tuo metodo personale per praticare questa attività?

Si, passione innanzitutto perché chi ha deciso di avere uno stile di vita sano non intraprende questo mestiere :-).

La prima cosa che faccio è analizzare la situazione di chi ho davanti, per capire come intervenire e strutturare il mio piano di marketing. L’analisi è finalizzata a capire dove vogliamo arrivare, aiuta a definire il budget per le attività da intraprendere e le tempistiche necessarie.

In secondo luogo è opportuno definire gli obiettivi dell’attività, capire cioè che ritorno si ha da questa attività, quale percorso costruire. Se sei un portale editoriale posso aiutarti ad incrementare il numero di visite, se invece sei un professionista ti offro un assist per acquisire contatti che dovrai successivamente coltivare. Essere primi su Google non è un obiettivo, è vanità, e senza analisi diventa tutto un terno al lotto, perché un’attività di questo tipo è solo dannosa.

  • Fatto tesoro di tutte queste premesse, hai dei consigli che vuoi dare a chi approccia per la prima volta a questa professione?

Il primo consiglio per chi si avvicina a questo mondo è approfondire i linguaggi web. Questo non significa che bisogna essere sviluppatori a livello avanzato, ma non bisogna limitarsi all’installazione di WordPress, perché nel momento in cui si ha un problema o lato ottimizzazione una piattaforma non è ben sviluppata, serve un SEO completo.

In merito alla formazione esistono maree di libri, più o meno tecnici, come ad esempio SEO e SEM. Guida avanzata al Web marketing, che se voglio far SEO e parto da zero mi da una piccola base tecnica.

Il secondo passo da fare, oltre i classici primi esperimenti è decidere se si vuole lavorare in agenzia o da freelance. Il mio consiglio è formarsi in agenzia, per cominciare ad acquisire un metodo di lavoro. Lavorare in agenzia non serve solo per acquisire esperienza nella SEO, ma serve anche a capire come acquisire un metodo e gestire un cliente.

In Italia per molte situazioni vige quello che alcuni hanno definito un “capitalismo di relazione”, che porta alcuni soggetti poco raccomandabili – ma organizzati in maniera impeccabile dal punto di vista commerciale – ad avere successo rispetto a chi fa con coscienza il proprio mestiere. Lavorare in agenzia ti permette di comprendere come gestire un cliente con più tranquillità, mentre per un un freelance è più difficile, vista la serie di impegni da ottemperare che esulano dall’esercizio della professione.

L’ultima cosa importante è fare networking, perché siamo nell’ambito del marketing, e “i mercati sono conversazioni”. Molti dei miei lavori mi arrivano da fiere di settori o eventi, che sono utili per crearsi delle opportunità. Questa è una cosa che esula forse dal classico: << segui i libri, leggiti il mio blog >>, ma è molto importante. Non siamo in pochi ad esercitare questa professione, quindi farsi notare – con una solida competenza alle spalle – conta.