L’articolo di oggi è dedicato ai ragazzi che stanno frequentando i Workshop tesi ad approfondire le tematiche legate al Marketing Digitale.
Ogni Mercoledì riceviamo una serie di spunti e suggerimenti molto utili per svolgere in maniera ottimale il nostro lavoro. Per questo motivo oltre a volerli ringraziare pubblicamente abbiamo deciso di offrire una ulteriore occasione di approfondimento.
Due giorni fa abbiamo parlato di Facebook ADS per professionisti e PMI, e dalla discussione sono emerse due considerazioni che meritano un approfondimento.
Stiamo parlando della creazione di una analisi SWOT e delle dinamiche che fanno in modo che un messaggio diventi potenzialmente virale.
ANALISI SWOT
L’analisi SWOT è uno strumento di pianificazione strategica utilizzato per valutare i punti di forza, i punti di debolezza, le opportunità e le minacce di un progetto che ha un obiettivo ben definito.
L’innesto di un obiettivo all’interno di questa matrice consente di capire se è possibile conseguirlo o meno, e in caso di esito positivo l’analisi SWOT serve da input per l’ideazione di una strategia creativa.
L’analisi è divisa in quattro punti, che rappresentano tutti i valori intrinseci di un’impresa.
Questi valori possono essere suddivisi in due categorie:
- Fattori interni: corrispondenti ai primi due quadranti in alto, i quali rappresentano i punti di forza e debolezza interni all’azienda.
- Fattori esterni: corrispondenti ai due quadranti in basso, che rappresentano le variabili esterne all’organizzazione.
L’analisi SWOT consente quindi di valorizzare i punti di forza dell’azienda, e valutare delle opportunità capaci di rappresentare un vantaggio competitivo. Allo stesso tempo attraverso di essa si tiene conto delle debolezze interne e delle minacce.
Impostare una giusta matrice è quindi fondamentale per avere una panoramica completa sugli obiettivi che si possono raggiungere, ma all’analisi SWOT va unito un processo di benchmarking, che consente una comparazione con le altre aziende, per comprendere la direzione da prendere.
L’obiettivo del workshop di Mercoledì scorso era impostare una giusta strategia per utilizzare la piattaforma pubblicitaria di facebook, e dalla discussione è emerso che oltre ad impostare la giusta strategia c’è anche un modo per rendere un messaggio potenzialmente virale.
Sia nel corso dell’evento, che all’interno dell’approfondimento dedicato al Native Advertising, abbiamo parlato di come il nostro cervello abbia imparato ad ignorare la comunicazione puramente pubblicitaria. Per questo motivo l’obiettivo di chi vuole vendere prodotti o servizi è creare delle esperienze, instaurando una relazione dialogica con i potenziali clienti.
Il fatto che ignoriamo la pubblicità non inficia la nostra propensione all’acquisto, solo che nell’era moderna prima di acquistare un prodotto andiamo a cercare su internet tutte le informazioni di cui abbiamo bisogno.
Oltre al web la leva principale che motiva all’acquisto è il consiglio dei nostri amici, e Malcom Gladwell, nel suo libro Il punto critico. I grandi effetti dei piccoli cambiamenti, ha individuato tre tipi di persone capaci di propagare un messaggio in maniera virale.
Queste persone sono:
- Il connector
- La Sales person
- Il maven
Il connector ha la funzione del PR nelle discoteche, è colui che si mantiene in contatto con un gran numero di persone. La sales person è colui che quando ama un prodotto lo racconta a tutti, mentre il Maven è il tuttologo, che conosce in maniera approfondita un settore, ed è capace quindi di esercitare molta influenza sui suoi pari.
Il loro allineamento permette la propagazione virale di un messaggio.
La prossima settimana parleremo di come impostare la giusta strategia su Twitter, facendo tesoro di queste considerazioni e riportandole dentro l’analisi di un caso pratico. Qui sotto i biglietti