La comunicazione ha sempre giocato un ruolo fondamentale nel mondo dello sport e della sua promozione. Oggi, all’apice della rivoluzione 4.0, anche questo settore non è immune alla trasformazione digitale, per questo, parliamo di digital marketing sportivo e di tutta una serie di nuove figure professionali di riferimento.  

Una di queste è Alessandro Noto, digital marketing consultant della Federazione italiana scherma e altre realtà aziendali, social media strategist della campionessa paralimpica Bebe Vio e formatore presso Business School Sole 24 Ore, Luiss, Università Cattolica di Milano e Master SBS di Treviso. Lo abbiamo intervistato per rivolgergli alcune domande sull’importanza di una strategia social vincente, nella gestione della comunicazione di un ente sportivo o di un atleta.

 

1) Quali sono stati i fattori che l’hanno spinta a intraprendere il suo percorso nel campo del digital marketing?

Sicuramente un po’ di intuito, perché nel 2007, quando ho iniziato, ho avuto la percezione della rivoluzione copernicana che stava per esplodere. Aggiungerei un pizzico di coraggio, che ci vuole sempre quando si intraprendono nuovi percorsi e la fortuna di trovarsi al posto giusto nel momento giusto. Parecchie volte.

2) Quali sono le strategie e gli obiettivi dei canali social di una Federazione sportiva? Sono differenti da quelli di un’azienda?

Sicuramente non vendiamo prodotti/servizi e abbiamo una community di tifosi e appassionati, che non possono essere paragonati a dei veri e propri consumer. L’obiettivo è quello di portare la Federazione ad essere “influencer” nel proprio sport di riferimento e a generare entrate, utilizzando i propri canali social per fare gola alle aziende interessate e mantenere un contatto costante con la community di quel determinato sport.

3) Lei è anche Social media strategist della campionessa Bebe Vio: come è nata questa collaborazione e come ha impostato la strategia di personal branding?

È nata quasi naturalmente, Bebe mi ha chiesto di aiutarla a comunicare meglio sui social molti mesi prima delle Paralimpiadi, credo fosse febbraio 2016. Devo dire di non avere grandi meriti, lei è un fenomeno, è una comunicatrice nata e gestire i suoi canali è come guidare una Ferrari. Cerco solo di guidarla nella gestione dei contenuti, di darle un po’ di disciplina con un calendario editoriale e degli orari di pubblicazione.

4) Qual è il caso di successo al quale è più legato o che le ha dato maggiori soddisfazioni nella sua carriera?

Sicuramente il Fencingmob, cioè il Flashmob mondiale di scherma che ho ideato nel 2014 e che si ripete ogni anno, lo stesso giorno in centinaia di città diverse.

5) Nel mondo delle Federazioni sportive italiane, quale impatto può avere una strategia social efficace?

Può, sicuramente, aiutare a raggiungere un target più giovane e ampio, sia di praticanti che di tifosi ma può anche dare la possibilità a queste PMI dello sport italiano, che sono le FSN, di creare la propria community e comunicare liberamente il proprio brand nel quotidiano.

6) Il nuovo algoritmo di Facebook, che ha modificato i criteri per la copertura organica nella news feed dei post delle pagine, porterà i social media manager a modificare le loro strategie? (Se sì, in che modo? Se no, perché?)

Certamente dovremo tenerne conto in termini tecnici e pratici ma resto dell’idea che non si può impazzire dietro i frequenti cambi di rotta degli algoritmi. Sono convinto che, a prescindere da tutto, la qualità e la rilevanza dei contenuti premierà sempre. Certamente, Facebook non è più da tempo un media gratuito e necessita una pianificazione in termini di budget ma questo dovrà essere compreso, più che dai Social Media Strategist, dai loro clienti.

 

Nella scherma, l’Italia ha sempre avuto piazzamenti molto positivi sia alle Olimpiadi che nelle altre competizioni internazionali. Ai recenti mondiali che si sono svolti a Lipsia nel 2017, l’Italia si è piazzata prima davanti alla Russia con 9 medaglie di cui ben 4 d’oro.

Lo sport in Italia ha generato nel 2016 un fatturato di oltre 2,5 milardi, pari al 40% dell’intero volume d’affari del mondo dello spettacolo. Un business in continua crescita e che, ad ogni livello, dalla nazionale di calcio alle federazioni e associazioni sportive locali, può beneficiare del marketing digitale per fidelizzare gli appassionati, ingaggiarli come brand ambassador e in questo modo dare ulteriore visibilità agli sponsor