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Se state leggendo questo articolo significa che disponete di una connessione internet, e la utilizzate per tenervi informati su ciò che vi interessa, rimanere in contatto con i vostri amici oppure acquistare i prodotti che vi piacciono e usufruire dei servizi post vendita.

Il web permette alle piccole e medie imprese di far conoscere la propria attività senza spendere ingenti somme di denaro, ma occorre avere una buona preparazione e la giusta visione strategica.

Oggi abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Miriam Bertoli, che ci ha illustrato il giusto approccio al Marketing Digitale.

Miriam_Bertoli

1) Una passione smodata per il Marketing Digitale e anni di consulenza e formazione in questo settore. Chi è Miriam Bertoli? 

Fino a qualche settimana fa la mia bio su Twitter era “umanista felicemente prestatasi al marketing online”. Ho una formazione umanistica su cui ho innestato un master in marketing e comunicazione e continuo ad evolvere con tanta formazione, letture e studio quotidiano.

Metto molta passione in quello che faccio e cerco di trasmettere questo interesse ai miei studenti alla laurea specialistica all’Università IULM, ai miei clienti e a tutte le persone che incontro per lavoro e non: credo che il digitale sia una straordinaria opportunità per renderci migliori, incontrare persone, studiare e scoprire cose nuove.

2) Il suo interesse specifico è rivolto alla piccola e media impresa italiana. Perché nel 2016 è importante investire in Web Marketing? Perché secondo lei buona parte delle PMI non vogliono intraprendere questa strada? 

Nel 2011 ho pubblicato la prima edizione del manuale “Web marketing per le PMI” (ed. Hoepli) ed è stato accolto benissimo. L’Italia è composta da PMI – in questa classificazione rientrano anche imprese non piccolissime: fino a 250 occupati e 50 milioni di euro di fatturato – e capivo benissimo che il caso di successo della megamultinazionale non avrebbe convinto questi imprenditori a investire nel digitale. Il budget di una PMI – e i ritorni attesi sull’investimento – non è avvicinabile a quello di Coca-Cola o Redbull eppure le campagne che vedevo portate ad esempio erano quelle a molti zeri. Da lì ho deciso di lavorare a qualcosa che fosse dedicato.

Il marketing digitale è vitale per tante PMI, per un motivo molto semplice: i clienti e i clienti potenziali usano la rete per informarsi, comprare, usufruire di servizi post-acquisto. Non avere una strategia digitale significa mettere a rischio la sopravvivenza dell’impresa stessa.

Non sono d’accordo sul fatto che molte PMI non vogliano intraprendere questa strada: molte si stanno attivando, quelle che stanno a guardare lo fanno per mancanza di conoscenza sulle opportunità della rete o, nel caso di microimprese, perché l’imprenditore è “one man band” e non ha materialmente il tempo per dare al digitale il giusto peso.

3) Il Web per uscire dalla crisi. Nel suo libro “Web Marketing per le PMI” sono raccolti numerosi esempi di aziende che sono riuscite ad incrementare il loro giro d’affari grazie al web. Quali sono le domande da porsi prima di intraprendere un percorso di questo tipo? 

Il primo punto, fondamentale, è avere ben chiari gli obiettivi: che cosa mi aspetto di ottenere grazie all’introduzione o al potenziamento dei media digitali nel marketing mix? A questo livello si prendono davvero delle decisioni strategiche: come il digitale si inserirà nel rapporto con i clienti, se il web sarà una vetrina o un nuovo canale d’acquisto e così via.

Per le imprese che decidono di puntare sul digitale per raggiungere mercati stranieri è molto importante approfondire bene come il prodotto/servizio è percepito nel nuovo mercato, quali sono le abitudini di navigazione delle persone, quali sono i competitor e qual è lo scenario di riferimento.

4) Web Marketing per le PMI è giunto ormai alla sua seconda edizione. Quali sono i cambiamenti più evidenti che lei ha riscontrato nell’approccio al Web da parte delle piccole e medie imprese nel corso di questi anni? 

Senz’altro maggiore interesse e consapevolezza. Crescono le imprese che trovano nell’e-commerce un nuovo canale di vendita, non sempre con una visione strategica e un presidio completo di tutta la filiera dagli ordini alle spedizioni ma sono convinta che piuttosto che stare a guardare questo sia il tempo di fare e migliorare strada facendo.

Sante Alagia – @SanteAlagia

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