Per scrivere contenuti di qualità non basta conoscere tutte le regole di scrittura, bisogna mettersi nei panni dei propri lettori, intercettarne i bisogni e rispondere in maniera adeguata alle loro richieste.

Riccardo Esposito è un professionista che ha basato il suo percorso accademico sullo studio del comportamento degli individui all’interno della società, e oggi aiuta professionisti e aziende a lavorare attraverso lo strumento blog.

Insieme a lui abbiamo provato a definire il mestiere di web writer, in relazione al comportamento dell’essere umano connesso in rete.

1) Un antropologo prestato al Web writing. Chi è Riccardo Esposito

Un professionista che è riuscito a trasformare la passione per la comunicazione in un lavoro. Ho prestato servizio in un’agenzia stampa e in una web agency, mi sono laureato in Scienze della Comunicazione, ho studiato Antropologia e Sociologia. Ora sono un blogger freelance che aiuta professionisti e aziende a lavorare con lo strumento blog.

Pubblico ogni giorno articoli su My Social Web, ho scritto due libri sull’argomento, cerco di comunicare in ogni modo possibile la mia passione e le mie competenze: chi mi segue sa bene che non faccio economia in questo senso. Metto in piazza tutto ciò che conosco. Per questo i clienti arrivano sulle mie pagine in modo naturale, senza forzature.

2) L’antropologia studia l’essere umano anche dal punto di vista dei suoi comportamenti all’interno della società. Come ti sentiresti di definire l’essere umano connesso in rete? 

Molto potente ma anche terribilmente fragile, insicuro, debole. Oggi la rete ci permette di essere ovunque e di risolvere problemi difficili da elaborare in passato. Però appena vengono meno queste tecnologie, appena il digitale mostra il suo lato debole e per qualche motivo ci abbandona, cadiamo nel panico. Siamo esposti, non riusciamo a orientarci e a recuperare le informazioni necessarie.

Il digitale aumenta la nostra forza, ma automaticamente ci indebolisce perché ci abitua a comodità alle quali non possiamo rinunciare. Prova ad andare in vacanza senza telefonino, o a organizzare un viaggio senza internet… siamo dipendenti di tutto questo.

3) Cosa fa un web writer? Perché è importante la sua figura? 

Un web writer conosce le soluzioni per scrivere contenuti di qualità da utilizzare su blog, siti web, e-commerce, portali, guide. Questo non significa solo scrivere, non basta conoscere le regole per ottenere buoni risultati. Certo, questa è la base di partenza per lavorare ma il concetto si sposta sulla domanda ultima: cosa vogliono gli individui che usano internet?

Per ottenere buoni risultati devi indagare, devi scoprire – attraverso gli strumenti messi a disposizione da Google – le esigenze delle persone. Keyword Planner e Google Trend ti possono aiutare, magari insieme a Ubersuggest e ad altri SEO tool, ma devi sfruttare anche la ricerca classica per scoprire le community nelle quali si ritrovano i tuoi lettori. Qui devi leggere e analizzare le domande e le necessità dell’audience che vuoi raggiungere. Ecco, non devi solo scrivere 🙂

4) Parafrasando le parole di uno dei tuoi libri, tu hai un metodo per scrivere contenuti vincenti. Potresti illustrarci questo metodo? 

Semplicità. Cerco di scrivere rispettando un unico principio: la soddisfazione di un pubblico che non deve interpretare, ma leggere e capire le tue parole. Con linearità, senza aggiungere contenuti inutili all’economia del post. Alla base di una buona scrittura online, almeno dal mio punto di vista, c’è una forte empatia. Se scrivi per te, solo per te, il risultato rischia di essere viziato da una prospettiva non coerente con le necessità del pubblico. Guarda in faccia le persone, cerca il codice giusto per comunicare.

5) Qual è la tua definizione di Content Marketing? 

La soluzione migliore per rispondere alle domande del pubblico. Spesso il content marketing viene confuso con la pubblicazione di documenti scritti. Nel peggiore dei casi blogging e content marketing coincidono, in realtà la scrittura degli articoli è una piccola parte del lavoro che puoi svolgere con i contenuti. Ci sono i video, le immagini, i podcast, le applicazioni che coinvolgono e creano un’experience mobile per il pubblico.

Ecco, il mobile è un altro discorso. Prima si creavano contenuti capaci di adattarsi allo smartphone; oggi ci sono prodotti pensati solo per lo smartphone. Uno degli esempi principali è Facebook Canvas, un formato pubblicitario che propone dei contenuti da sfogliare su mobile: pensato per questa realtà, ottimizzato per essere fruito da uno schermo con pollice e indice.